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SODA PARTY 24 Aprile. Vuoi venire? Leggi fino in fondo

SODA PARTY by WOVO

 

Potremmo dire tantissime cose del primo party SODA, ma tra limoni duri, scopate in darkroom, lividi e capezzoli al vento ogni persona del team WOVO ha vissuto una esperienza unica a parallela, c'è anche chi non si ricorda un cazzo, troppi vodka lemon.

Quindi non riuscendo a tirare fuori un racconto chiaro ed lucido abbiamo preferito lasciar parlare Nando, membro super attivo della nostra community, che qualche giorno dopo il party ballava ancora aspettando il treno. A  tre settimane di distanza dal party ci arriva una mail con oggetto "Il mio SODA", in allegato un racconto dettagliato dell'esperienza che ha vissuto e che vogliamo condividere con voi.

P.S. ABBIAMO APERTO LE CANDIDATURE A NUOVI PARTECIPANTI PER IL PROSSIMO SODA. Tutti i dettagli alla fine dell'articolo ;)

Ed ora il racconto:

"Tantissimi dettagli sono stati omessi, ne sono consapevole, ma vabbeh.

È tutto al presente perché mi sembra di esser ancora lì. Rientro nell’ostello dopo aver recuperato la bombetta, grazie Marco di Telegram per avermi consigliato il negozio. L’ultimo messaggio ricevuto da Lorenzo diceva fossero in stanza a fare una “prova outfit”, effettivamente ci sta come cosa, non ci avevo pensato, chissà in quale stanza saranno lui e la sua amica, bo vabbè.

Faccio le scale, arrivo al secondo piano, mi tolgo le cuffie e prendo dalla tasca la tessera che apre la porta della mia stanza. 

Apro la porta e mi trovo di fronte un ragazzo con addosso solamente dei boxer rossi ed una tuta a rete che gli percorre tutto il corpo, si gira verso di me mentre si raccoglie i capelli  se ne esce con un “HI” in palese imbarazzo.

Lo guardo, realizzo ed esclamo abbracciandolo “Porca troia, sapevo fossi tu!”. “sei Nando?” “sisi, sono io ciccio, te sei Lorenzo giusto?” “si, sono io! Che figata!” “che figata” (non avevo mai visto il suo volto prima, abbiamo solo scambiato tante chiacchiere sul canale Telegram di WOVO, dovevamo prendere appartamento insieme da completi sconosciuti, parte di un trio di sconosciuti, alla fine la cosa è saltata e ci siamo dati appuntamento per una birra in ostello. Siamo finiti per essere compagni di stanza in un ostello da più di 150 stanze, poi chiedetemi perché continuo ad adorare il dio Chaos!

Tra me, lui e Lia c’è una sintonia istantanea, ci si capisce al volo, ci si fida, ci si vuole già bene. La prova outfit è l’ennesima prova che ci sono le migliori intenzioni e che ci si può fidare gli uni degli altri.

L’eccitazione per la serata è palpabile, c’è un hype pazzesco. Dopo un aperitivo lungo, a bicchieri di rum bianco, ed una cena con The Fork, in un ristorante poco distante dall’ostello, decidiamo di andare al locale dove si sarebbe tenuto il Soda.

Prendiamo la metro verde. Ci stiamo affidando a Maps di Lorenzo, dopo qualche metro dalla scalinata d’uscita capiamo che è quella sbagliata e torniamo indietro, intravedo un ragazzo solitario che commette il nostro stesso errore, ci anticipa e se ne torna dentro nel tunnel verso la direzione corretta. Da una parte all’altra del tunnel comincio a chiamarlo

“Ehi ciccio, ohi scusa, ohi proprio tu” alla fine si gira e gli faccio “vai al Soda?” “si” un po’ timidino “grande ciccio, pure noi, dai che andiamo insieme piacere Nando” “piacere Giovanni”

Mentre percorriamo i 400 metri che mancano alla nostra meta incrociamo una coppia, si capisce al volo dove stanno andando, camminata veloce e risate facili, occhiale da sole lui e coperta lei, sono proprio carini. L’eccitamento è palpabile, persino in strada, nei pressi del locale veniamo accolti dalle vibrazioni dei bassi, “già si sentono” penso. Io, Giovanni, Lorenzo e Lia superiamo le porte. Si aprono le porte, un’ondata di calore ci avvolge, si vede già qualche lembo di pelle ondeggiare in lontananza. Appena apro gli occhi mi rendo conto di avere di fronte Ricciolo e la Musa Blu, “cazzo, sono davvero loro”, ci consegnano una busta di carta marrone e ci indicano in che direzione trovare il guardaroba.

Ci viene indicato dove poterci cambiare, saliamo nella dark room. Scosto i teli scuri ed assisto i miei compagni d’avventura nel loro cambiarsi. Con un po’ di meraviglia assisto alla trasformazione di Giovanni: arrivato da solo, un po’ timido e con un sorriso nascosto dietro agli occhiali esce dalla dark room con collare, harness, manette e slip aperto dietro.

Mi cambio, indosso la bombetta e sono pronto pure io. Prima di uscire dalla Dark compare dall’oscurità una delegazione di Angels che provvidenzialmente ci attacca gli adesivi alle fotocamere dei cellulari e ci dà la loro benedizione. Torniamo giù e ci mettiamo in coda per il guardaroba, nel frattempo mi vedo impegnato a illuminare con la torcia del telefono il tavolino dove La Regina ed un suo vassallo stanno cercando le buste di benvenuto. Terminata la loro ricerca, mi ringraziano e mi congedo con un cenno del capo. Prima di arrivare alle scale e solo dopo un paio di passi sento una mano sulla spalla, mi volto e La Regina in persona mi fa “Nando ma sei tu? tu sei quello che manda gli audio sulla pagina Instagram?” sorridendo “aspetta…” prendo il giubbotto infinito che avevo in mano e lo getto di lato “si, sono io” e sorridendo l’abbraccio. Anche lei è bellissima, le borchie che ha sul collo mi bucano tutta la faccia ma me ne fotto amabilmente. “Tu e le altre ladies siete le migliori” “Grazie” “Ci vediamo dopo?” “si, certo, buona serata”.

Non è nemmeno iniziata la festa e sono già felice.

Raggiungo gli altri in coda al guardaroba e nel frattempo faccio conoscenza con Cip e Ciop, entrambe molto carine. Finalmente ci liberiamo dei pesi, mi rendo conto di ballare già sulle scale mentre stiamo scendendo. Appena giù noto che i due pali dal lato della pista che da sull’ingresso sono liberi, mi ci tuffo. Passa qualche istante e davanti a me passa la Musa Blu, le porgo la mano invitandola sui pali, lei sorride e si catapulta sopra con me.

Balliamo un pochino insieme e ad un tratto lei si lancia in qualche acrobazia sul palo “sa proprio il fatto suo”, starci a ballare di fianco mentre volteggia è praticamente un sogno che si avvera.

Siamo carichi, la musica incalza, ci avviciniamo alla postazione dello Shibari, non l’avevo mai visto prima se non in foto. Lia mi introduce la tecnica e prova a spiegarmi il piacere che prova in quelle posizioni mentre insieme guardiamo una ragazza legata a testa in giù. Lei sembra in estasi, ha gli occhi socchiusi, l’unica cosa che ci ricorda che non sta levitando sono i suoi capelli castani, lui la fa girare, fa altri nodi, la schiaffeggia, lei gode ed ogni tanto geme, lui sorride senza mai mancare di serietà.

“Guarda, ora lei non sta capendo più nulla, sta sentendo la corda che l’avvolge. Il calore della corda la sta cullando” “Ma brucia la corda sulla pelle?” “Non nel senso che pensi tu, la corda non ti brucia ma ti scalda. La percepisci come corda ma è come se ti stesse abbracciando. Quando sono legata io, se è fatto nel modo giusto, mi sento come se fossi su un altro pianeta

“cazzo, mi sa che voglio provare” “vai prova, chiedi al tipo. Io ci ho parlato prima, adesso ha quasi finito e chiedo se posso io” È davvero tanta la passione che riesce a trasmettermi mentre parla.

Dopo pochi minuti vediamo il master calare la ragazza, non so che aspettarmi. “Adesso la coccolerà un pochino, per farla tornare” Lui la cala dolcemente, la appoggia al suolo, lei è ancora di là. Da per terra la abbraccia e l’accarezza, lei è ancora legata ed ha il capo appoggiato sulla spalla di lui che le sussurra qualcosa all’orecchio.

Dopo poco la ragazza viene slegata, è tornata ed è euforica, felice, soddisfatta. La invidio, vorrei proprio provare. Lia si alza e va a parlare con il master, io saluto Lorenzo mi alzo dal divanetto e mi dirigo verso la pista guardandomi intorno.

Respiro calda aria di libertà.

È come stare dentro ad una bolla di libertà consensuale, un mondo parallelo dove puoi essere chiunque tu voglia senza remore. Le luci già basse, mentre ballo libero e seminudo in pista sembrano abbassarsi ancora, diventa tutto rosso e mi lascio trasportare dalle fluide vibrazioni dei bassi.

Corpi ad occhi chiusi si muovono l’un sull’altro inebriati dalle vibrazioni date dalle scariche elettriche che arrivano dalla cabina dei fili rossi. Le mani delle mi scorrono lungo il corpo, mi sento vivo. Le vibrazioni aumentano e mi accorgo di non essere più solo dietro alla cabina dei fili rossi, altri corpi come me sono giunti. Non percepisco più il tempo, ma solo il movimento. È diventato tutto così fluido, ne sono pervaso. Corpi si sfiorano e s’assaggiano, si toccano, mi toccano.

Scendo in pista ed incrocio la libellula, una ragazza che ha avuto l’idea geniale di aggiungere delle luci al proprio outfit.

Le scie di luce che emana danzando sono fantastiche, le passo vicino ed appena realizzo esulto facendole i complimenti. Mi reco nuovamente verso il bancone a bere qualcosa, ho perso tutti e va bene così. Il dio Chaos mi regala lo stesso Angelo a cui ho offerto da bere prima ed il karma viene equilibrato. Dalla coppia di pali più vicina all’angolo bar arrivano urla di furore, mi giro e vedo Ricciolo con il suo body bianco che fomenta, insieme a due Angeli, la folla sotto i suoi piedi.

Il calore umano passa di corpo in corpo.

Le gabbie si riempiono di coppie danzanti, si riempiono pure la cabina dai fili rossi ed il palco. Siamo tutti sopra. Gambe, braccia, seni, bocche, barbe. Siamo tutti vicini. Sale pure Lorenzo con una la ragazza Russa, le vibrazioni aumentano e la bombetta passa di mano. 

Non so che ore siano, non mi interessa. La pista è gremita, l’euforia continua.

Mi metto a ballare ad occhi chiusi e quando li riapro il mio sguardo si fissa su Culo di Luna, un ballerino in gabbia, anche lui mi sta guardando. Sorrido e mi volto di spalle, lo sento arrivare, mi si piazza dietro. È caldo ed il suo “harness” si fa sentire. Le sue mani mi scivolano addosso, scendono, lo lascio fare. Mi bacia il collo. Dopo poco mi giro e ci baciamo, ci muoviamo e ci stringiamo mentre continuiamo a baciarci. Non mi concedo. “Perché no?”, “Non mi sento ancora pronto”, “Mi sembravi molto pronto”, “Si lo so, però non me la sento”, “Peccato”, “La prossima volta”, “Va bene, ti aspetto”.

Lo lascio ed è in quel momento che mi rendo conto che la pista si è svuotata per la sua metà. Voltandomi noto un gran via vai, i teli scuri della dark room si muovono assecondando le vibrazioni dei bassi e mani incrociate si portano dietro ai teli. I divanetti sono popolati di gambe incrociate, bocche, gemiti.

Le luci si accendono. C’è un “noooooooo” generale. Ritrovo dopo poco i miei compagni di avventure sul palo dove tutto era iniziato, salgo. Ci baciamo tutti, di continuo. Continuiamo a ballare. Dì li a poco fanno la scalata la ragazza Russa ed una sua amica, la guardo e mi esplode il cervello. Russa è molto alta, Bella è invece molto bassa. Ha due occhi formidabili, “solo quelli sono sufficienti a mangiare le persone”.

Ci baciamo tutti, di continuo. La voglio tantissimo, ci tocchiamo.

Salgono altre persone ma non riesco a staccarmi da lei. Ci baciamo, di continuo. Fa capolino pure Culo di Luna, ingelosito dal bacio dato ad un altro ragazzo pelato sale e mi cerca, lo bacio ma ormai sono perso con Bella, non riesco a pensare ad altro. La folla comincia ad avvicinarsi all’uscita, continuiamo a scambiar chiacchere e liquidi. Ormai non c’è più tempo, stanno sgomberando, “Abbiamo fatto chiusura? Porca troia”.

La voglio ma devo salutarla, mi pento di non aver accettato il passaggio fuori provincia (anche se so che è stata la cosa giusta da fare). Ritrovo Cip con Ciop al seguito, ci salutiamo e ci auguriamo buona vita. Recuperiamo i vestiti, ci vestiamo e senza più voce, soldi ed energie ci lasciamo alle spalle il locale. I bassi avevano smesso ormai di rimbombare nella stanza ma i nostri corpi vibravano ancora, tutti i nostri corpi vibravano. Metro, Ostello e Letto. Mi sveglio qualche ora dopo, ce la raccontiamo, saluto la coppia di compagni d’avventura, li ringrazio e mi dirigo verso la stazione. Vivo ancora dell’euforia di poco tempo prima, non riesco a star fermo, prendo le cuffie e me le infilo nelle orecchie. Sono talmente felice, contento e libero che le 5 ore di ritardo del treno le ho passate ballando per la stazione. In testa solo una cosa “Ne voglio ancora”.

Grazie Nando. Sei un mito. Ci vediamo il 24 Aprile al prossimo SODA?

 

Se il racconto non fosse abbastanza per farvi venire voglia, rifatevi le papille gustative su questo video pazzesco della serata.

Video by Dimitri Buyaka

Vuoi venire?

Per partecipare al party devi compilare la richiesta di ammissione che trovi a QUESTO LINK

Selezioneremo personalmente i partecipanti per assicurare un ambiente sicuro al party. 

!!NOTA BENE: SE HAI GIA' COMPILATO IL QUESTIONARIO DELL' ULTIMO SODA E HAI PASSATO LA SELEZIONE NON DOVRAI RIFARLO

 

Ci vediamo presto <3 

Team WOVO

 

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